martedì 6 dicembre 2011

La spada di San Michele

San Michele, angelo delle folgori e delle tempeste, lascia la sua prima impronta in Italia sul finire del V secolo. Il suo piede ha impresso un segno nelle rocce, giù nel Gargano. E’ veneratissimo in Oriente, dove la sua virtù è risanatrice e purifica il cristiano.

La spada la impugnerà con i Longobardi, che, un secolo dopo l’arcangelo, arrivano nel Gargano scendendo dai valichi friulani. Non vengono per risanare o purificare: per loro chi conta ha sicuramente una spada in mano.
La forza dell’immagine del vincitore delle schiere demoniache è dirompente per le genti guerriere longobarde: ne diventa alto protettore. Due secoli dopo appare tra Bretagna e Normandia, e diverrà patrono dell’Impero ricostituito.

L’Arcangelo guida la fede che si conferma in Europa, e durante gli accesi contrasti del XI secolo si completa il disegno geografico: con S. Michele alla Chiusa, allo sbocco della Val Susa, il taglio di una spada sguainata è in guardia sull’Occidente cristiano, dal Gargano a Mont-Saint-Michel.

I tempi del Polittico di Simone Martini sono molto diversi, la Chiesa ha già definito la sua fede, così come doveva essere, e superato i confronti dell’impero e dell’eresia. San Michele però non ha abbassato la spada: la solennità del guerriero di Martini scoraggia chiunque abbia l’ardire di contestare i compagni che protegge. Ambrogio e Agostino, Padri della Chiesa, possono stare certi ai suoi lati nel polittico di Cambridge.


ARCANGELO MICHELE
Simone Martini, particolare  dell’elemento centrale del Polittico di Cambridge
Cambridge, Fitzwilliam Museum, 1320-1325
misure: 16 x 14 cm






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